Bilinguismo e assimilazione

Una lingua serve essenzialmente a quattro scopi:

  1. comunicare;
  2. pensare, riflettere ed elaborare alcune idee;
  3. acquisire e immagazzinare informazioni;
  4. costruirsi un’identità propria in quanto membro di una comunità umana particolare.

Tutti gli esseri umani acquisiscono queste quattro abilità contemporaneamente alla loro lingua madre.

La maggior parte delle persone bilingui utilizzano la loro seconda lingua solamente per comunicare, a tal punto che la loro lingua madre rimane principale e dominante: è questa che fa da supporto al loro pensiero, alle loro conoscenze, alla loro identità e appartenenza.

Nel momento in cui due lingue entrano in contatto, sia nell' individuo, sia in un’istituzione o nella società, esse possono entrambe sopravvivere a certe condizioni, oppure una delle due scompare a vantaggio dell’altra. D’altronde la scomparsa di più della metà delle circa 6000 lingue parlate al mondo avverrà verosimilmente entro un secolo.

Una questione di habitat naturale

Per sopravvivere una lingua ha bisogno di conservare il suo habitat naturale, cioè contare su una massa critica e sufficientemente concentrata di locutori che la usano in prevalenza. Deve contare su un numero sufficiente di reti sociali (famiglie, amici, squadre sportive), istituzioni culturali (scuole, centri culturali, biblioteche), media (giornali, televisione, radio), e reti funzionali (il lavoro in generale).

La padronanza dell' inglese in Canada è un vantaggio notevole, data la sua importanza nel Nord America e il suo status di lingua franca. Sta di fatto che la padronanza di una lingua seconda, qualunque essa sia, comporta alcuni vantaggi sul piano socioculturale e cognitivo, come hanno dimostrato numerose ricerche.

Detto ciò, nei casi in cui la lingua madre è indebolita, per aver perso alcune delle condizioni necessarie alla sua sopravvivenza (oppure perché il parlante usa la sua seconda lingua in molte più situazioni rispetto alla sua lingua madre), il bilinguismo può avere risvolti negativi, nel senso che diventa una minaccia, non soltanto per la lingua madre stessa, ma per la cultura e l’identità dell’individuo in questione. E’ ciò che viene definito assimilazione.

Gli indici dell'assimilazione

Possiamo riconoscere i pericoli dovuti all’assimilazione attraverso alcuni segnali : il fatto di trovare la propria seconda lingua più adatta ad esprimere ciò che desideriamo , il fatto di preferire sistematicamente la musica , i media , le lettura e gli amici che si esprimono nella nostra seconda lingua, piuttosto che la nostra lingua madre, il fatto di utilizzare la seconda lingua in famiglia o in contesti sociali, invece della lingua madre, infine il fatto di passare continuamente da una lingua all’altra all’ interno della stessa conversazione. Sicuramente, i matrimoni misti conducono all’ uso di una lingua a discapito dell’altra, e di conseguenza l’educazione dei figli avviene nella lingua preferita dalla coppia. Molto rare sono le persone perfettamente bilingui. La padronanza dei vari livelli della lingua (orale e scritta) è tipica della lingua madre o di quella che è diventata la lingua dominante. I pericoli di un’educazione bilingue o di un’esposizione sistematica e continua a due lingue, sono i seguenti: certe persone invece di acquisire dimestichezza in una lingua e di vivere in questa lingua, conservando la seconda lingua come strumento di comunicazione, finiscono per avere una padronanza mediocre ed incompleta di entrambe e per non appartenere a nessun gruppo(socioculturale).

Conservare la propria lingua, la propria cultura e la propria identità minoritarie è in gran parte questione di averne la volontà e l'orgoglio e di fare uno sforzo collettivo per mettere in atto i mezzi necessari alla sopravvivenza di popolazioni minoritarie. Gli Acadiani, ad esempio, continuano a vivere in molte regioni grazie alla loro caparbia resistenza e al rifiuto di assimilarsi a una comunità largamente maggioritaria.

In conclusione, il bilinguismo in sé non implica assimilazione. Questa è invece causata dalla sostituzione di una lingua dominante con un'altra, che avviene per la perdita di alcune condizioni necessarie alla sopravvivenza della lingua principale (la vera lingua madre).

Tradotto e riassunto da un articolo di Pierre Calvé, pubblicato su Le Droit il 15 marzo 2018. Traduzione di Giacomo Minute.